Alla DC Comics vogliono eliminare fisicamente Plastic Man!

Plastic Man, sebbene ignoto ai più, è uno dei personaggi più antichi della DC, la quale ogni tanto lo fa riapparire in qualche albo o miniserie. Pochi giorni fa, si è appreso che Christopher Cantwell, Alex Lins, Jacob Edgar e Marcelo Manolo stanno lavorando ad una miniserie della linea Black Label con cui si apprestano ad uccidere il vecchio “Plas”. Sarà una miniserie di quattro numeri dedicata a lettori maturi dal titolo che è tutto un programma, Plastic Man No More ed il primo numero uscirà il 4 settembre e non sarà il solito plot con situazioni assurde o paradossali.

Eel O’Brian potrebbe essere un supereroe, ma prima di essere qualsiasi altra cosa, era un truffatore. Fino all’incidente che lo trasformò nel flessibile Plastic Man, era cattivo fino all’osso… e proprio perché non ha più ossa ciò non significa che non sia ancora così. Quando un incidente in una missione della Justice League porta a un danno cellulare catastrofico, Plastic Man scopre che potrebbe non avere più tempo per fare ammenda per il suo passato al quale ha cercato di sfuggire o per salvare l’anima di suo figlio, che (per pura sfortuna per lui) potrebbe aver ereditato molto di più dal caro vecchio papà oltre ai semplici superpoteri (come ben presto scoprirà amaramente).

Plastic Man No More vede Christopher Cantwell lavorare di nuovo con Alex Lins dopo aver lavorato in precedenza su Hellcat per la Marvel. Cantwell dice: “Non so voi, ma quando penso a Plastic Man, penso immediatamente a David Cronenberg. C’è un elemento di body horror nella sua storia che ho sempre trovato affascinante. E di recente mi sono ritrovato a chiedermi — Come morirebbe davvero Plastic Man? Come sarebbe? È immortale? E poi ho pensato al modo lungo e particolarmente brutto in cui la plastica vera e i prodotti petroliferi si decompongono quando si avviano verso il processo chimico di ‘decompressione’, per un pomeriggio particolarmente cupo, immaginando cosa potrebbe accadere a Eel se la sua intera struttura cellulare iniziasse a cedere.

“Ci sono molte storie di supereroi che giocano con la metafora della nostra incapacità di controllare il nostro corpo fisico. Plastic Man ha fornito un modo per portare quell’allegoria ancora più in profondità. Come ci guardiamo allo specchio e vediamo una cosa, in seguito vediamo una foto di noi stessi e non si riconosce affatto quella persona. Come tutti crolliamo nel tempo. Cos’è questo strano prurito? Perché mi fa male adesso? Da tutte queste domande nella storia nasce una vera e profonda paura dell’invecchiamento e sì, di quello che vi è oltre: la fine della vita fisica. E quando qualcuno come Plastic Man improvvisamente guarda alla fine della strada ed ora riflette sulla sua eredità, inizia chiedersi: è mai stato preso sul serio da qualcuno? Si è preso sul serio lui stesso?

Il personaggio ha anche una storia di abbandono e fallimento quando si tratta di relazioni personali. Quindi, in modo abbastanza catastrofico, Patrick O’Brien si ritrova improvvisamente disperato, chiedendosi che cosa fare ora? Come posso risolvere questo problema? Ed ora si tratta del suo stesso corpo, le sue stesse cellule, nonché i suoi legami con le persone che ama. E ora attendete finché non vedrete in che modo orribile ed esilarante Alex Lins e Jacob Edgar hanno reso questo referendum sul nostro ex-criminale ultra-flessibile d’avanguardia diventato eroe”.

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